agorà

La sera i borghi ospitano i momenti di restituzione comunitaria dei temi affrontati durante la scuola e nell’ambito dei processi di arte pubblica relazionale, secondo un format aperto che, sovvertendo il modello frontale relatore/spettatore, renda i partecipanti costruttori attivi del discorso attraverso la definizione dei temi e delle domande. Se da un lato la partecipazione dei giovani del territorio è stimolata dalla presenza della Community Manager Silvia Di Passio fin dal mese di luglio, dall’altro è sempre affidato a lei in collaborazione con i volontari delle comunità locali il raccordo tra la scuola e il dibattito, tra l’aula e la piazza, mentre gli artisti in residenza offriranno letture inedite e partecipate ai problemi affrontati. 

 

Il ciclo delle Agorà, curato insieme a Emanuele Curti, è fruibile su prenotazione e si apre il 3 a Orani nella piazza del municipio, Piazza Italia, dialogando sui temi dell’Economia civile per la riattivazione delle comunità con i contributi di Maurizio Pitzolu, amministratore della Scuola di Economia Civile e membro del board di “The Economy of Francesco” che parlerà dei principi e i valori dell’economia civile, di  Nicola Pirina (esperto di local development e innovation management) che approfondirà l’importanza dell’economia delle reti e delle relazioni e di Mattea Lissia, organizzatrice di festival culturali nelle aree fragili della Sardegna con cui si apre una connessione con una organizzatrice di festival culturali che mettono al centro la partecipazione delle comunità (Time in Jazz a Berchidda, Isola delle Storie a Gavoi, Creuza de Ma a Carloforte).

 

Mercoledì 4 è la volta di Ottana per una riflessione pubblica e partecipata sul futuro delle aree interne e la rigenerazione di aree post industriali, caratterizzate da disoccupazione, inquinamento, presenza di edifici dismessi e inutilizzati che reclamano nuove funzioni e nuovi abitanti, dalla disgregazione del tessuto sociale, dalla emorragia inarrestabile del capitale giovane, dal disfacimento dei legami comunitari fortemente compromessi dalla crisi economica. Insieme alla cittadinanza e ai giovani della scuola, nel cerchio della Piazza Santa Margherita, e col coordinamento di Marianella Sclavi, sociologa che riflette sul ruolo decisivo dei giovani per un upgrading della democrazia, sono presenti Sebastiano Pirisi (Civic Designer e attivatore territoriale) che condivide la sua esperienza come community manager e cucitore di relazioni a Barcellona e Matera,  Valentina Torrente e Valentina Porceddu, responsabili per lo studio Mario Cucinella Architects del progetto per una casa per la salute e per i cittadini di Ottana nel Collettivo Arcipelago Italia nato in occasione della XVII BIennale di Architettura di Venezia.

 

Giovedì 5 a Mamoiada nell’agorà allestito in Piazza Nostra Signora di Loreto si affrontano i temi di nuovi modelli di Welfare e agricoltura come possibili scenari di innovazione, con particolare attenzione alle forme di “cultural rural tourism”, esempio vincente di connessione tra settori normalmente disgiunti. Mamoiada è un borgo che “abita nelle connessioni e le connessioni” perché ha promosso con successo lo sviluppo di un cluster di beni e servizi e di una offerta integrata e interfiliera a partire dai due asset della cultura e dell’agrifood. Infatti Mamoiada sperimenta con successo strategie di incoming basate sulla costruzione di pacchetti che alla fruizione culturale legano le esperienze della filiera dell’agroalimentare e che iniziano ad aprirsi a momenti di turismo esperienziale capaci di coinvolgere attivamente il visitatore rendendolo un abitante temporaneo dei luoghi che partecipa ai riti comunitari di una società ancora in prevalenza agro-pastorale. Se la residenza di Mara Cassiani esplora i temi della festa, dei riti antichi e di quelli ancora da costruire a partire dalle pratiche spontanee giovanili, e se la scuola mette al centro i temi della cittadinanza attiva e della mobilitazione dal basso, l’Agorà parte dalle pratiche agricole comunitarie e multifunzionali, raccontate da Michele Ruiu, presidente della Rete Fainas – FAre INsieme Agricoltura Sociale, e dalle esperienze di riconnessione della catena di valore a partire dalla valorizzazione delle risorse culturali in chiave turistica, con l’esperienza di Portale Sardegna raccontata da Massimiliano Cossu. Carmelo Caravella avrà il compito di illustrare il progetto delle “Officine municipali” proposto dal Forum Disuguaglianze e Diversità insieme al Centro Riforma dello Stato e che si sperimenterà nelle aree rurali del nuorese e Luca Bazzoli, esperto di networking e piattaforme sociali, racconta cos’è l’impatto sociale e come si fa a generare un cambiamento positivo attraverso reti come Ashoka Italia, la più grande organizzazione non profit al mondo che sostiene l’imprenditoria sociale.

 

Venerdì 6 a Orgosolo, in piazza Caduti in guerra, si parla delle produzioni culturali nell’epoca delle nuove committenze, dell’evoluzione dei modelli di gestione comunitaria del patrimonio capaci di promuovere la costruzione di nuovi servizi, la valorizzazione integrata delle risorse territoriali e infine la produzione di valore aggiunto.  Se nella scuola verranno affrontati i temi della economia circolare, mentre nell’ambito della residenza di arte pubblica l’artista re-interpreterà le tradizioni e le pratiche di tessitura comunitaria, riflettendo sul patrimonio immateriale e sulle memorie corali, l’Agorà inviterà la cittadinanza in piazza per provare a disegnare qualche traiettoria futuro a partire dalle suggestioni che arrivano dai giovani chiamati ad “abitare le connessioni” , a immaginare l’imprevedibile  a farsi costruttori di cambiamento. A dialogare su questi temi ci saranno Enrica Puggioni, project manager esperta in progettazione dei territori su base culturale, Maria Paola Zedda, curatrice artistica del festival Abitare Connessioni, Gabi Scardi, curatrice e critico di arte contemporanea, ed Emmanuele Curti, archeologo, manager culturale e tessitore di reti lunghe.